lunedì 12 maggio 2014

Vinciamo Noi Tour - Reggio Emilia 2014

Giornata di grande partecipazione cittadina il 09 Maggio a Reggio Emilia in una Piazza Pramapolini gremita di gente. Non solo una tappa del "Vinciamo Noi Tour" che vede Beppe Grillo impegnato in un viaggio in camper per l'Italia a supporto di tutti i candidati M5S (Amministrative ed Europee) ma un vero e proprio evento partecipato.

Cittadini consapevoli ed interessati al cambiamento che sta coinvolgendo il nostro paese e non portati "in gita" dai partiti come squallide comparse di "talk show".
Una piazza strapiena (più di 5000 persone secondo la questura) priva di disordini, estremismi o fanatismi, ma semplicemente affollata di persone comuni con un desiderio comune: Cambiamento.

Intervento del ns. candidato sindaco: Genitoni Massimiliano

Un programma ricco di contenuti che ha visto sfilare sul palco prima i candidati sindaci della provincia, poi i candidati alle Europee, successivamente la lista di Reggio Emilia capitanata da Norberto Vacchari, con interventi dei parlamentari e la presenza di Walter Ganapini.
Alle 21:30 Grillo esordisce con  alcune battute sul ponte di Calatrava e la stazione Mediopadana per passare a Del Rio "Me lo ricordo quando diceva: finito di fare il sindaco andrò a fare il ricercatore... Tra un po’ andrà dall’altra parte e farà il ricercato...". E' un treno in corsa, che non si ferma davanti a niente e prosegue per più di un'ora. A seguito video e foto della serata.




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domenica 27 aprile 2014

Questa è la gente del PD


Leggendo ieri la presentazione della lista di Enrico Bini diffusa ai giornali in molti avranno ricordato una intervista del 31 Luglio 2013 rilasciata a 7per24 dove lo stesso Bini concludeva rispondendo alla domanda del giornalista riguardo un suo futuro impegno in politica: “No guardi io ho un lavoro che spero di continuare a fare. Non ho altre ambizioni, nonostante qualcuno si ostini a dire il contrario”
Probabilmente imprevisti lavorativi lo avranno costretto a cambiare idea e fare di “necessità virtù” ma non convince molto il fatto che si atteggi a portatore di rinnovamento nella scena politica di Castelnovo ne’ Monti. Ripensando alle parole ascoltate durante la sfida elettorale delle primarie non ci doveva essere nessuno della vecchia amministrazione ma anche in questo caso i fatti smentiscono i buoni propositi. Sono infatti riconfermati Lucia Attolini, Giorgio Severi ed Elio Marazzi. Una lista dove si leggono nomi come quello di Oreste Torri (Ex responsabile CNA C. Monti) o amici di famiglia del Sig. Bini così come figli di famiglie storiche della scena politica Castelnovese, dirigenti di Cooperative e persone di conosciuta vicinanza al PD…. Basteranno alcune facce nuove per attuare un cambiamento? E quale cambiamento? Chi deciderà le linee guida e le politiche da attuare, i giovani della lista o il partito che ha riproposto i suoi addetti? Come saranno prese le decisioni, liberamente o ad imposizione del PD?

Questa è una lista che non apporta niente di nuovo alla scena politica di Castelnovo ne’ Monti ma rimarca solo una continuità  (come ha tenuto a sottolineare il segretario locale del PD Cosetta Gattamelati aggiornando la presentazione della lista su REDACON) con il passato e ripropone quanto di più vecchio possibile partendo dal suo capolista che non è certo un esempio del “nuovo che avanza”…

Il Comune che vorrei - 30 Aprile Castelnovo ne' Monti


Il Comune che vorrei. Il 21 maggio 2012 Pizzarotti vince il ballottaggio con il 60,22% dei consensi e diviene pertanto sindaco di Parma. Si tratta della prima affermazione del Movimento 5 Stelle in un capoluogo di provincia. Mercoledì 30 Aprile 2014 visiterà Castelnovo ne’ Monti per portare testimonianza dell’esperienza di questi due anni di gestione del Comune di Parma in collaborazione con il suo gruppo. Un gruppo di giovani che un giorno hanno deciso di lavorare per la loro città e di mettersi in gioco in prima persona, un gruppo affiatato e motivato che è riuscito a realizzare cose concrete dando dimostrazione del fatto che per amministrare bene servono soprattutto buone idee ed onestà. Stanno riuscendo nei loro intenti e i risultati parlano chiaro: Riduzione stipendi, 250.000 € annui risparmiati per rinuncia alle auto blue, più di 1000 alberi piantati in città, riqualificazione del vecchio ospedale, rinuncia dei privilegi a favore delle fasce deboli, aiuti ai genitori con figli disabili, incontri continui con gli abitanti dei quartieri, creazione albo delle unioni civili, 200.000 € recuperati dalla lotta all’evasione, 180 nuovi alloggi per l’edilizia sociale, bonifica completa dell’amianto dagli edifici scolastici, 200.000 € di lavoro nel verde per i disoccupati, trasparenza del Comune al 100%, finanziamenti a fondo perduto per le attività del centro storico, riqualificazione vecchie strade, terzi in Italia per la raccolta rifiuti elettrici ,riduzione dirigenti Comunali……etc.. La lista è lunga e lo stesso Pizzarotti con i alcuni collaboratori illustrerà il suo lavoro alla cittadinanza del nostro Comune.



martedì 22 aprile 2014

Marica Monti: Una di Voi!

      
Marica Monti

Ciao, mi chiamo Marica Monti, sono nata a Castelnovo, sono laureata in giurisprudenza (giurista d'impresa), 
ho conseguito un master in mediazione civile e commerciale ho esperienza in amministrazione e commerciale estero.
“Vorrei un Comune…che crescesse dal punto di vista lavorativo. Vorrei che creasse attività alternative valorizzando la potenzialità della nostra montagna da tener legati i giovani al nostro territorio.
Vorrei che i nostri anziani venissero considerati la nostra ricchezza perché sono la nostra memoria e migliorata la loro assistenza e integrazione nella società .
Vorrei che la nostra straordinaria Pietra di Bismantova e tutta le nostre bellezze naturali fossero maggiormente valorizzate per produrre un turismo piú proficuo che desse lavoro ai nostri giovani. Vorrei un Comune che ci desse sempre una mano...a restare”
Io sono una di Voi.

sabato 12 aprile 2014

Barbara Romani, Una di Voi!

Barbara Romani



“Vorrei un Comune…che si prendesse davvero cura dei suoi cittadini, che tenesse conto delle loro proposte ed esigenze vere, iniziando ad essere più equo nell'imposizione fiscale. Vorrei un Comune che eliminasse le liste d’attesa nelle scuole d’infanzia consentendo l’accesso a tutti i bambini presenti nel territorio e che si impegnasse in modo concreto e senza inutili sprechi di danaro pubblico, allo sviluppo dell’economia del Paese consentendo così ai nostri ragazzi di trovare occupazione nella nostra realtà.

Vorrei un Comune che prestasse maggior attenzione ad anziani e disabili e alle loro necessità. Un Comune che finalmente fosse in grado di “mettere sul tavolo” un progetto  vero e concreto , di integrazione tra le varie etnie presenti perché sono convinta che solo in questo modo, se siamo tutti uniti, potremo migliorare la nostra comunità, combattere e risolvere le vere situazioni di disagio, degrado e illegalità...”

lunedì 7 aprile 2014

Bicameralismo perfetto: Errore democratico?!




Il bicameralismo è davvero un errore?

“La tirannia del principe in un’oligarchia
non è così pericolosa per il bene pubblico
come l’apatia del cittadino in una democrazia”
Montesquieu


            Renzi ha già decretato: il Senato va abolito. Per carità, ogni opinione è lecita e non è stato certo il neo segretario del PD  il primo a parlare di abolizione del Senato, ma in  una democrazia matura un leader politico dovrebbe anche spiegare i pro e i contro di tale drastica decisione, e non limitarsi a giustificare la scelta con slogan propagandistici basati sull’esigenza di tagliare i costi della politica.
A fare sponda al sindaco di Firenze era stato addirittura l’ex Presidente del Consiglio Enrico Letta, che un po’ di tempo fa aveva dichiarato: “Il bicameralismo perfetto è una follia”. Ma il bicameralismo perfetto è davvero un errore dei padri costituenti?
            La presenza di due assemblee elettive a cui è demandato il potere legislativo non è una prerogativa dell’Italia, essendo il bicameralismo la forma adottata da quasi tutte le nazioni occidentali, anche se la norma è il bicameralismo imperfetto, in cui una camera (generalmente la camera alta) ha la funzione di esaminare più a fondo le proposte di legge e approvare o rifiutare le decisioni della camera bassa; per quanto riguarda gli stati federali invece la divisione dei potere è netta: una camera (camera alta) rappresenta gli interessi federali, mentre l’altra camera (camera bassa) quelli nazionali.         
            E’ invece una invenzione tutta italiana il bicameralismo perfetto. I Costituenti, infatti , dato che la Repubblica era sorta dopo il periodo di autoritarismo del fascismo, decisero di adottare questo sistema in quanto garanzia di un più sicuro funzionamento democratico dell’iter legislativo.
            Il legislatore, d’altra parte, tentò di diversificare almeno in parte le due assemblee, che risultavano altrimenti essere identiche, in primo luogo con una legge elettorale diversa per le due camere, usando il sistema proporzionale alla Camera, e i collegi uninominali al Senato, ed in secondo luogo con una differente durata in carica delle due assemblee: 5 anni per la Camera e 6 per il Senato.
            In realtà l’unica differenza fra i due rami del parlamento è quella rimasta fino ad oggi, ovvero la diversa età per l’elettorato passivo e attivo e il numero dei parlamentari; la legge elettorale, sebbene basata su collegi uninominali aveva un impianto proporzionale e risultava di fatto omogenea con quella della Camera, e nel 1963 fu  ridotta la durata in carica del senato da sei a cinque anni.
            Pur tuttavia l’immobilismo legislativo  vissuto in questi ultimi anni è frutto più che altro della legge elettorale approvata nel 2005.    Infatti il Porcellum,  recentemente dichiarato incostituzionale, a causa dei differenti premi di maggioranza previsti ha prodotto come risultato diverse maggioranze in Senato e alla Camera con la conseguente paralisi del potere legislativo.
            Parliamoci chiaro,  è evidente che il bicameralismo perfetto rende il processo legislativo più lento è macchinoso: i disegni di legge vengono discussi, emendati e approvati da un ramo del parlamento, quindi passano all’altro ramo che può approvarli in via definitiva solo senza modificazioni; in caso contrario il tutto dovrà tornare nuovamente al ramo del parlamento che lo ha discusso per primo.
            D’altra parte però,  il bicameralismo perfetto ha l’innegabile vantaggio di garantire una maggiore elaborazione e ponderazione delle decisioni e di conseguenza maggior cautela nell’approvazione delle leggi; senza parlare della possibilità, durante la cosiddetta navetta, di coinvolgere direttamente l’opinione pubblica su determinate questioni molto controverse.
            Prendiamo un esempio di stretta attualità: viene naturale chiedersi quale sorte avrebbe avuto l’emendamento capestro sugli gli enti locali “no slot” in assenza dei due rami del parlamento e la possibilità di porre rimedio alla Camera su ciò che incautamente era stato approvato dal Senato.
            Pertanto, per quanto il processo decisionale nel bicameralismo perfetto sacrifichi la celerità arrivando a volte anche a creare veri e propri ingorghi legislativi e conflitti di attribuzione, pur tuttavia consente di porre rimedio a leggi sviluppate male, frettolosamente e, come capitato con l’emendamento pro gioco d’azzardo, in totale contrasto con l’opinione pubblica.
            Abbiamo quindi una classe politica così matura e indipendente da rinunciare tranquillamente al bicameralismo perfetto? Lascio ad ognuno di voi la risposta a tale quesito.

Cosimo Pagliara